Il marxismo e la crisi

29/08/09

29/08/09


La bolla immobiliare scoppiata nel 2008 in USA e diffusasi in Europa, colpendo però anche Cina e Giappone, ha iniziato a gonfiarsi anni prima, appena dopo il collasso della bolla tecnologica del 2000.

Non bisogna essere marxisti o analisti economici per vedere e capire che il prodotto domina i produttori (proprio come il Topolino apprendista stregone nel disneyano Fantasia che perde il controllo della propria magia) e che il capitalismo non è un modo di produzione assoluto ma semplicemente storico, quindi destinato come i passati ad essere superato.

Dal Die Zeit al The Guardian, dal The Times al Der Spiegel, si hanno citazioni da Il Capitale, elogi alla teoria economica di Marx (ma ovviamente non a quella politica). La Frankfurter Allgemeine Zeitung scriveva a fine 2008: "La storia del capitalismo è la storia delle sue crisi. Qui Marx aveva del tutto ragione". Il Daily Telegraph pubblica un Marx che se la ride.


E allora vediamo alcuni punti dell'immensa analisi marxista relativa a questo sistema di organizzazione della produzione sociale, il capitalismo:

«Il vero limite della produzione capitalistica è il capitale stesso [...] la produzione è solo produzione per il capitale, e non al contrario i mezzi di produzione sono dei semplici mezzi per una continua estensione del processo vitale per la società dei produttori.» - Karl Marx, "Il Capitale" libro terzo 1894

«Il processo di produzione appare soltanto come termine medio inevitabile, come male necessario per far denaro. Tutte le Nazioni a produzione capitalistica vengono colte perciò periodicamente da una vertigine, nella quale vogliono fare denaro senza la mediazione del processo di produzione.» - Karl Marx, "Il Capitale" libro secondo, 1894

«Il movimento contraddittorio della società capitalistica si rende manifesto al borghese nel modo più evidente con le vicissitudini dell'industria moderna attraverso il suo ciclo periodico il cui punto culminante è la crisi generale.» - Karl Marx, poscritto alla seconda edizione de "Il Capitale", 1873

«Il fulcro del traffico mondiale - nel Medioevo l'Italia, nell'epoca moderna l'Inghilterra - sarà ora la metà meridionale della penisola nordamericana. L'industria e il commercio della vecchia Europa debbono impegnarsi a fondo se non vogliono finire nella stessa decadenza toccata all'industria e al commercio italiani dal XVI secolo in poi, e se Inghilterra e Francia non vogliono ridursi a quello che oggi sono Venezia, Genova, e Olanda. [...] Grazie all'oro californiano e all'instancabile energia degli yankees, presto ambedue le coste dell'oceano Pacifico saranno popolate, aperte al commercio e industrializzate quanto lo è attualmente la costa da Boston a New Orleans. Allora l'oceano Pacifico avrà la stessa funzione che ora ha l'oceano Atlantico, e che nel medioevo fu del Mediterraneo, la funzione cioè di grande via marittima del traffico mondiale; e l'oceano Atlantico si ridurrà al ruolo di mare interno, come è ora il Mediterraneo.» - Karl Marx, Friedrich Engels, "Neue Rheinische Zeitung", 1850

«L'espansione dei mercati non può andare di pari passo con quella della produzione. La collisione diviene inevitabile e poiché non può presentare nessuna soluzione sino a ché non manda a pezzi lo stesso modo di produzione capitalistico diventa periodica. La produzione capitalistica genera un nuovo circolo vizioso. [...] Nelle crisi la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica perviene allo scontro violento [...].» - Friedrich Engels, "Antidühring", 1878

«Il commercio langue, i mercati sono ingombri, si accumulano i prodotti tanto numerosi quanto inusitabili, il denaro contante diviene invisibile, il credito scompare, le fabbriche si fermano, le masse operaie, per aver prodotto troppi mezzi di sussistenza, mancano di mezzi di sussistenza; fallimenti e vendite all'asta si susseguono. La stagnazione dura per anni, forze produttive e prodotti vengono dilapidati e distrutti in gran copia, sino a che finalmente le masse di merci accumulate defluiscono grazie ad una svalutazione più o meno grande e produzione e scambio a poco a poco riprendono il loro cammino.» - Friedrich Engels, "Antidühring", 1878

«Ma ogni società fondata sulla produzione di merci ha questo di particolare: che in essa i produttori hanno perduto il dominio sui loro propri rapporti sociali. [...] Domina l'anarchia della produzione sociale. Ma la produzione di merci, come ogni altra forma di produzione, ha le sue leggi specifiche immanenti inseparabili da essa. E queste leggi si attuano malgrado l'anarchia, in essa e per mezzo di essa. [...] Il prodotto domina i produttori.» - Friedrich Engels, "Antidühring", 1878

«Ma né la trasformazione in società anonime, né la trasformazione in proprietà statale, sopprime il carattere di capitale delle forze produttive. [...] Lo Stato moderno, qualunque ne sia la forma, è una macchina essenzialmente capitalistica, uno Stato dei capitalisti, il capitalista collettivo ideale. [...] Di recente però, da quando Bismarck si è dato a statizzare, ha fatto la sua comparsa un certo socialismo falso.» - Friedrich Engels, "Antidühring", 1878

«Il capitale, prendendo il sopravvento sulla piccola produzione, porta a un aumento della produttività del lavoro e crea una situazione di monopolio per le associazioni dei più grandi capitalisti. [...] Crescono l'anarchia della produzione, le crisi, la corsa sfrenata alla conquista di mercati, l'incertezza dell'esistenza per la massa della popolazione.» - Vladimir Il'ic Ul'janov Lenin, "Tre fonti e tre parti integranti del marxismo", 1913

«Che i cartelli eliminino le crisi, è una leggenda degli economisti borghesi, desiderosi di giustificare ad ogni costo il capitalismo. Al contrario, il monopolio sorto in alcuni campi dell'industria, accresce e intensifica il caos, che è proprio dell'intera produzione capitalistica nella sua totalità.» - Vladimir Il'ic Ul'janov Lenin, "L'imperialismo fase suprema del capitalismo", 1917

«I capitalisti si spartiscono il mondo non per la loro speciale malvagità, bensì perché il grado raggiunto dalla concentrazione li costringe a battere questa via, se vogliono ottenere dei profitti.» - Vladimir Il'ic Ul'janov Lenin, "L'imperialismo fase suprema del capitalismo", 1917