Le elezioni miliardarie di Obama - Parte V

14/08/09

14/08/09


Parte prima, parte seconda, parte terza, parte quartaparte sesta

La crisi finanziaria del 2007 ha visto due epicentri: uno a New York in quanto sede dei maggiori gruppi finanziari statunitensi, ed uno a Detroit in quanto capitale dell'automobile.


Trent'anni di ritardo per l'industria dell'auto USA

Il problema fondamentale dei giganti americani dell'auto è proprio nella sua mancata ristrutturazione, a differenza di Europa e Giappone. Dopo la crisi petrolifera del 1973 gli USA decisero di ridurre i consumi medi delle auto: tra il 1971 ed il 2001 raddoppiano gli autoveicoli in circolazione (da 113 milioni a 222) ma il consumo di petrolio per i trasporti aumenta del 64% (da 360 milioni di tonnellate del '71 ai 593 milioni del 2001).

Nel 1975, dopo quella crisi energetica, il governo avrebbe potuto aumentare il prezzo della benzina, ma ci sarebbero stati grossi problemi elettorali e massicce importazioni di auto con conseguente crollo di Detroit. Il Congresso sceglie così di introdurre il CAFE (Corporate Average Fuel Economy). Con il CAFE il governo fissò che entro il 1985 i costruttori avrebbero dovuto produrre modelli che non dovevano superare il consumo di 1 gallone di benzina per 27,5 miglia (1 litro ogni 11,5 km).

Fino al 1985 le auto di lusso venivano acquistate con sgravi fiscali da lavoratori autonomi e professionisti, così da essere considerate come "bene di investimento", ma essi le utilizzavano anche e soprattutto a scopo personale. In quell'anno il Congresso decise di recuperare parte del taglio fiscale della politica di Reagan eliminando dalle deduzioni fiscali proprio i costi d'acquisto di quegli autoveicoli utilizzati come "beni di investimento".

Ma nel 1973 l'EPA (Environmental Protection Agency), l'Agenzia per la protezione dell'ambiente, aveva stabilito che le jeep a quattro ruote motrici dovessero rientrare nella categoria dei "veicoli commerciali leggeri".


Every law has a loophole. Fatta la legge, trovato l'inganno

I giganti di Detroit aggirarono il CAFE producendo SUV (Sport Utility Vehicle): bestioni sotto le tre tonnellate con consumo di 1 gallone di benzina ogni 20,5 miglia (il consumo di categoria veniva fissato dal ministero dei Trasporti).

Nel 1981 gli USA immatricolavano 8,5 milioni di veicoli privati e 2,3 milioni di veicoli commerciali; nel 1991 quelli privati erano 8,2 milioni ed i commerciali 4,4 milioni (le cifre sono arrotondate per eccesso). L'effetto avuto fu un aumento, dal 1985 in poi, del consumo di benzina: l'opposto di ciò che si era prefissato il Congresso.