L'eugenetica

29/12/09

29/12/09


"Ciò che ci rende simili è preponderante rispetto a ciò che ci rende dissimili. Il colore della pelle e la forma del corpo, la lingua e la cultura differenziano i miliardi di esseri umani [...]. Tutta questa diversità, come il mutevole aspetto della superficie del mare o della volta del cielo, è ben poca cosa rispetto allo sterminato patrimonio che noi esseri umani abbiamo in comune."
Francesco Cavalli-Sforza, Chi siamo - La storia della diversità umana

"Tre generazioni di imbeciles [termine tecnico medico-legale inglese che definisce un QI di un bimbo di 3-7 anni] sono sufficienti". Così si esprimeva nel 1927 Oliver Wendell Holmes, presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America, nella sentenza su Carrie Buck, una ragazza madre di origini africane, violentata sessualmente, non sposata, con problemi psichici, figlia di una donna rinchiusa in un centro per epilettici e ritardati mentali. Il verdetto del giudice eugenista impose la sterilizzazione chirurgica della ragazza e della figlia di appena sette mesi (poi morta all'età di otto anni).

L'eugenetica attraversa flebile la nostra storia, in particolare la conosciamo in Platone (Repubblica, libro V, 387 p.e.V. circa):

"Se dobbiamo tener conto – risposi – di ciò che abbiamo già ammesso, conviene che gli uomini migliori si accoppino con le donne migliori il più spesso possibile e che, al contrario, i peggiori si uniscano con le peggiori, meno che si può; e se si vuole che il gregge sia veramente di razza occorre che i nati dai primi vengano allevati; non invece quelli degli altri. E questa trama, nel suo complesso, deve essere tenuta all’oscuro di tutti, tranne che dei reggitori, se si desidera che il gruppo dei guardiani sia per lo più al sicuro da sedizioni."

e in Tommaso Campanella (La Città del Sole, 1602 e.V.), ancora più esplicito:
"[...] così i precettori hanno mezzo di scoprire non solo quali siano abili, e quali inetti alla generazione; ma eziandio possono determinare l'uomo che più conviene ad una data donna, secondo le respettive proporzioni corporali. [...] Una donna grande e bella è unita ad un uomo robusto ed appassionato, una pingue ad uno magro [...] affacciandosi ad una finestra cogli occhi rivolti al cielo supplicano Iddio onde conceda che diventano madri di perfetta prole. [...] I magistrati poi che tutti sono sacerdoti, come anche i maestri delle scienze, non ponno assumere l'incarico di generatori che dopo molte giornate d'astinenza. Imperochè l'impiego delle facoltà intellettuali indebolendo gli spiriti animali lor toglie che possano trasmettere l'energia del cerebro, e quindi osservasi sovente essere fiacca di corpo e tarda d'ingegno la prole di simile gente. Sapiente è dunque la prescrizione che ordina ad essi d'accoppiarsi con donne vivaci, forti, e belle. Parimenti gli uomini pronti, ardenti, di temperamento sanguigno debbono unirsi a donne pingui e fredde. E dicono che trascurata la generazione non si può dopo coll'arte acquistare l'armonia dei diversi elementi dell'organismo, causa di tutte le virtù, e che gli uomini i quali nascendo hanno sortito cattiva organizzazione operano il bene unicamente pel timore della legge e di Dio, cessato il quale, od in segreto o pubblicamente guastano la repubblica. Laonde devesi adoperare ogni diligenza nel ministero della generazione, e riflettere ai veri meriti naturali, non alle doti od alle nobiltà fittizie, e di menzognera specie. [...] Gl'individui dunque, che per la loro eccellente organizzazione hanno diritto d'essere generatori, o generatrici vengono appaiati secondo gl'insegnamenti della filosofia."


Ma è solo a metà del 1800 che inizia a farsi strada questa filosofia (eugenismo): la nuova società capitalistica ha bisogno così anche della scienza (quella giovane dell'epoca) detta eugenetica, per riempire le menti degli uomini di teorie ad essa utili.

Ecco che spuntano il cugino di Darwin, Francis Galton, il presbiteriano Henry Fairfield Osborn, Theodore Roosevelt, il giornalista John O'Sullivan, il dottor W. Duncan McKim, il biologo Charles Davenport e altri sostenitori della "razza migliore". E' ormai testimoniato ed appurato che l'eugenetica applicata dalla Germania hitleriana sia stata importata dalla democrazia statunitense, come documenta il bravo Edwin Black in La guerra contro i deboli: la campagna americana per creare una razza padrona (Black fu anche l'autore del "clamoroso" L'IBM e l'olocausto).

In Italia Benito Mussolini abbraccia la teoria della "razza superiore" grazie al suo fido consigliere eugenista Corrado Gini, presidente della Società Italiana di Genetica ed Eugenica. La piega che però prende l'eugenetica in Italia è un po' diversa da quella applicata in USA e dal nazismo: sostanzialmente Gini pensa di avere più nascite "migliori", "buone", aumentando il numero dei parti anziché sterilizzando gli "inabili" (pratica applicata solo inizialmente dal fascismo). Lo Stato straccione fascista entrò anche nelle camere da letto, grazie all'Opera Nazionale per la protezione della Maternità e dell'Infanzia (ONMI) creata dal ministro dell'Interno Federzoni nel 1925 dopo gli sviluppi di progetto nati nell'età liberale. Inutile dire che la Chiesa cattolica appoggiò in pieno l'eugenetica fascista (enciclica del 1931, Casti connubii).