La nascita della religione - Parte I

22/12/11

22/12/11


Primus in orbe deos fecit timor, ardua coelo fulmina cum caderent ("Per prima al mondo la paura ha creato gli dei, alla vista dei fulmini che cadevano dal cielo"). Questa frase, attribuita allo scrittore latino Petronio, è forse quella che più di tutte dà l'idea di come nasca la religione.

Ci sono due modi principali per affrontare la storia della religione: quello fideistico e quello scientifico. L'unico metodo che però può aiutarci nel comprendere lucidamente la storia (e non solo) è il metodo scientifico e qui si utilizzerà questo strumento per cercare appunto di fare chiarezza sul passato recente della nostra specie. Non si vuole mettere in dubbio il sentimento religioso di nessuno, ma semplicemente andare a scovare quelle cause che storicamente hanno portato l'uomo a fare certi pensieri. Non si parlerà di un credo in particolare quindi, ma della religione, ossia di quell'insieme di credenze che rapportano un essere umano a delle entità astratte.


Nomadismo e semisedentarietà

Possiamo affermare con certezza che al termine dell'ultimo periodo glaciale, ossia circa 10 mila anni fa, nasce l'agricoltura. Fino a 30 mila anni prima l'uomo conduce una vita nomade, all'insegna dell'appropriazione dei frutti della natura e non della produzione degli stessi. Non c'è divisione del lavoro, e quindi la divisione in classi della società è ancora assente: nessun uomo sottostava ad altri uomini né decideva per altri. Essi vivevano in gruppi di dieci-quindici individui, sempre in movimento alla ricerca di cibo. Il cervello era ancora poco sviluppato e, con esso, la capacità di ragionare ed il linguaggio fonetico. Non ci sono prove né indizi che ci possano far parlare di credenze religiose, magia, feticismo o superstizione.


Più o meno tra i 40 ed i 5 mila anni fa assistiamo a dei cambiamenti sociali importanti: l'uomo passa da un'esistenza nomade ad una vita semisedentaria. La ricerca del cibo è più organizzata ed è all'inizio di questo periodo che nascono la pesca e la caccia. Ed è solo ora che, trovando rifugio da animali ed intemperie, non essendo cioè costretti a fuggire in continuazione da essi e cercare cibo anziché accatastarne un minimo, l'uomo può fermarsi, guardare, osservare e fantasticare. In questa fase di sviluppo sociale tra nomadismo e sedentarietà, si aggregano in bande poche decine di individui imparentati, ma ancora non c'è una divisione ed organizzazione del lavoro, pertanto i processi decisionali sono egualitari ed il cibo è ancora proprietà comune. Le funzioni intellettive stanno evolvendo e, con esse, il rapporto tra l'uomo e la natura.


Sedentarietà e totemismo

Abbiamo scritto che l'uomo, grazie alla nuova vita semisedentaria, ha possibilità di osservare e fantasticare su ciò che gli sta intorno. Gli animali e le piante di cui si nutre diventano presto facenti parte del gruppo che, con l'avanzare dei secoli, si modifica in tribù (divisa in clan). Poche centinaia di persone possono convivere grazie all'incremento della sedentarietà, dovuta questa al miglioramento della ricerca ed accumulo del cibo. Sono quasi tutte imparentate ancora tra loro ed è proprio qui che abbiamo l'"embrione" della religione: il totemismo.

Ototeman (abbreviato in totem) nella lingua degli indiani d'America Ojibwa, vuol dire "consanguineo". È questa la caratteristica di animali e piante che invadono la fantasia della tribù: alla stregua degli appartenenti al gruppo, anche i totem sono considerati "parenti". Ecco che il rapporto fisico di mutua dipendenza tra gli individui e le bacche, i pesci, gli alberi, il Sole, diviene anche rapporto metafisico. Possiamo quindi definire il totemismo come la prima forma di religione dell'umanità.


Magia e superstizione

Questo rapporto di mutua dipendenza tra l'uomo e la natura è in realtà duplice. Da una parte la natura domina l'uomo, dall'altra l'uomo cerca di influenzarla, nel tentativo primitivo di spiegare i fenomeni con la ragione e volgerli a proprio vantaggio. Il modo fantastico in cui l'uomo cerca di influenzare la natura è detto magia ed essa è figlia, se così si può dire, della superstizione: modellare il futuro grazie ad alcuni pensieri (come, ad esempio, colpire l'immagine di una preda credendo che ciò faciliterà la sua cattura). Si può dire quindi che la religione nasce come un riflesso della fantasia della sottomissione dell'uomo alla natura.