Il Patto Ribbentrop-Molotov

27/02/12

27/02/12


Gli accordi del '39

Nel XXIII Congresso del Partito, tenutosi in marzo, Iosif Stalin comunicò l'intenzione di stipulare un'alleanza con la Germania di Hitler, proprio mentre le truppe tedesche invadevano la Cecoslovacchia occupando le regioni di Boemia e Moravia, che divennero Protettorato proprio secondo il primo punto del piano militare hitleriano; a questo si formò parallelamente lo Stato slovacco che divenne un alleato tedesco.

Il Commissario del Popolo per gli Affari Esteri Maksim Litvinov propose allora un'alleanza tra Inghilterra, Francia ed URSS, ma venne sostituito da Stalin pochi giorni dopo, il 3 maggio, con Vjaceslav Molotov, più propenso ad un avvicinamento al Patto d'acciaio italo-tedesco. Cominciarono così le trattative tra le due potenze, che si conclusero il 23 agosto 1939 con la firma di un trattato di non aggressione ed un protocollo segreto che definiva le zone di reciproca spartizione.

La Germania si assicurava così la copertura ad Est con la spartizione (e sparizione) dello Stato polacco e poté dedicarsi all'occupazione della Francia (giugno 1940) ed ai bombardamenti in Inghilterra (luglio 1940). La Russia non aveva di che preoccuparsi ad Ovest e poté continuare i suoi affari nella guerra sino-giapponese (1937-1945). In questa prima fase del conflitto mondiale gli Stati Uniti d'America dichiarano la propria neutralità, pur sostenendo la Gran Bretagna. Stessa politica per l'URSS che si dichiarava neutrale ma stringeva accordi commerciali con la Germania nazista.


Quello che venne all'epoca definito come "Patto umanitario e pacifista per la difesa della democrazia", fu in realtà un patto militare di aggressione, in cui ebbe la meglio la linea politica di Stalin contrapposta a quella del Comintern che, invece, cercava alleanze contro i regimi fascisti europei. Fanno sorridere, in realtà, le accuse mosse da Stalin verso la vecchia guardia bolscevica (e non solo) di collaborazionismo coi nazisti, quando egli stesso cercò più volte di amicarsi Adolf Hitler.

Il protocollo, che cominciò a trapelare nel 1941 dopo la rottura da parte di Hitler degli accordi, era diviso in una parte pubblica di sette articoli:

  1. Entrambe le alte parti contraenti si obbligano a desistere da qualsiasi atto di violenza, qualsiasi azione aggressiva, e qualsiasi attacco tra loro, individualmente o congiuntamente con altre potenze
  2. Qualora una delle alte parti contraenti dovesse diventare l'oggetto di una azione bellica da parte una terza potenza, l'altra alta parte contraente non darà in alcun modo il proprio sostegno a questa terza potenza
  3. I governi delle due alte parti contraenti devono, in futuro, mantenere un continuo contatto gli uni con gli altri, ai fini di consultazione e per lo scambio di informazioni su problemi che riguardano i loro interessi comuni
  4. In caso di dispute o conflitti che dovessero sorgere tra le alte parti contraenti, in nessun modo le due Nazioni parteciperanno a qualsiasi raggruppamento di potenze contro l’altro contraente
  5. In caso di dispute o conflitti che dovessero sorgere tra le alte parti contraenti su problemi di qualunque tipo, entrambe le parti dovranno risolvere tali controversie o conflitti esclusivamente attraverso amichevole scambio di opinioni o, se necessario, attraverso l'istituzione di commissioni di arbitrato
  6. Il presente trattato ha una durata di dieci anni, la validità del presente trattato verrà automaticamente prorogata per altri cinque anni, salvo che una delle alte parti contraenti non si opponga entro un anno prima della scadenza del termine
  7. Il presente trattato sarà ratificato nel più breve tempo possibile. Le ratifiche saranno scambiate a Berlino. L'accordo entra in vigore non appena viene firmato

Prima e ultima pagina del Patto
firmato da Ribbentrop per la Germania e Molotov per l'URSS

e in una parte segreta composta da quattro punti:

  1. In caso di riassetto territoriale e politico nei settori appartenenti agli Stati baltici (Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania), il confine settentrionale della Lituania rappresenta il confine delle sfere di influenza della Germania e dell'URSS. A questo proposito l'interesse della Lituania nella zona di Vilna è riconosciuto dalle parti [NdA: la Lituania è di dominio tedesco, mentre Lettonia, Estonia e Finlandia sono sotto quello sovietico.]
  2. In caso di riassetto territoriale e politico delle aree appartenenti allo Stato polacco, le sfere d’influenza della Germania e dell'Unione Sovietica sono delimitate approssimativamente dalla linea dei fiumi Narev, Vistola e San. Il problema di sapere se gli interessi di entrambe le parti rendono auspicabile il mantenimento di un polacco Stato indipendente e come tale Stato debba essere limitato, può essere risolto solo nel corso di ulteriori sviluppi politici. In ogni caso entrambi i governi risolveranno la questione per mezzo di un accordo amichevole [NdA: spartizione della Polonia. La parte occidentale cade in mano tedesca, mentre quella ad Est in mano russa.]
  3. Per quanto riguarda l'Europa sud-orientale la parte sovietica reclama il suo interesse per la Bessarabia. La Germania dichiara il suo completo disinteresse per questi settori
  4. Questo protocollo deve essere trattato da entrambe le parti come rigorosamente segreto

L'invasione militare della Polonia cominciò una settimana dopo, mentre il 17 settembre avanzò la Russia in territorio polacco.


La rottura del Patto

Le potenze europee restarono attonite di fronte all'alleanza tra i due storici nemici: come poteva il "comunista" Stalin trattare col massimo rivale dei bolscevichi, Adolf Hitler? O Stalin non era comunista, oppure Hitler non era suo acerrimo nemico. I mesi seguenti ci forniranno la risposta definitiva al quesito, ossia che Stalin comunista non lo era.

Esatti confini della spartizione polacca
in una mappa a corredo degli accordi del '39

Evidentemente, per capire chi fosse realmente Stalin, non bastarono gli innumerevoli arresti ed omicidi politici verso la vecchia guardia bolscevica, che ebbero l'obiettivo di eliminare tutti coloro che gli si sarebbero certamente opposti una volta scoperte e capite le sporche trame dell'"uomo d'acciaio".

Fu così che il 23 agosto 1939 il capo dell'URSS, più del Führer, creò stupore negli occhi dei diplomatici di tutto il mondo, troppo ideologizzati per comprendere la politica staliniana. Essa, sostanzialmente, mirava da sempre a tenere lontana la guerra dai confini dell'Unione Sovietica, e Stalin lo dichiarò fin dal 1928 a commento dell'inutile Patto Kellogg-Briand (formalmente contro la guerra): "Parlano di pacifismo, di pace fra gli Stati europei [...]. La storia europea ci insegna che ogni volta che hanno firmato questi trattati comportanti una nuova disposizione delle forze per nuove guerre, li hanno presentati come trattati di pace [...] sebbene fossero stati conclusi al fine di configurare nuovi elementi per la prossima guerra". Stalin del 1928 che smaschera Stalin del '39.

L'uomo che Lenin nel 1922 considerava "imprudente e grossolano" e Trotsky nel 1925 come "la più eminente mediocrità del Partito", definito da Henry Kissinger in Diplomacy (L'Arte della Diplomazia, 1994) "supremo realista, paziente, astuto e implacabile: il Richelieu del suo periodo storico", rimase a sua volta stupito quando Hitler tradì gli accordi politici del '39 attaccando l'Unione Sovietica tramite l'Operazione Barbarossa decisa nel dicembre 1940 ed attuata il 22 giugno 1941. Stalin ignorò tutti gli allarmi lanciatigli nei mesi precedenti in vista di una sicura offensiva tedesca.

Adolf Hitler, impaziente di cominciare la guerra che aveva già palesato nel suo Mein Kampf, aveva ormai l'Oriente precluso dall'espansionismo sovietico. Un altro motivo per cui l'irritato Führer optò per l'Operazione Barbarossa fu l'indugiare di Stalin nello scendere in guerra al suo fianco contro la Gran Bretagna. L'eterno dubbio hitleriano sull'attaccare prima la Grande Isola o la Grande Russia fu così risolto e la rottura degli accordi diede il via "ufficiale" alla Seconda Guerra Mondiale.

Scrisse il rivoluzionario bolscevico Victor Serge il 2 gennaio 1940 in Ritratto di Stalin, citando lo stesso capo sovietico:

""Non dubitate", scriveva dieci anni fa [NdA: Stalin], "che io non sia pronto a dare tutto il mio sangue, goccia a goccia, per la classe operaia".

[...] La sua disgrazia, e quella della Russia, risiede proprio nel fatto che egli [NdA: Stalin] sia sfuggito a quel destino, conservando tutte le gocce del proprio sangue, attraversando guerre e rivoluzioni senza una scalfittura, ma versando a fiotti il sangue altrui, facendosi adorare come l'idolo di un socialismo mostruoso.

Perché non può certo ignorare, a tu per tu con se stesso, di avere ucciso il socialismo in Russia per tutta un'epoca e di averlo disonorato nel mondo..."

Penso che Stalin fosse cosciente del fatto che la sua idea di "socialismo in un solo Paese" fosse un'utopia, già dipinta come tale da Lenin e tardivamente anche da Trotsky. Tuttavia, nella storia del Patto Hitler-Stalin, nulla c'entra il socialismo, ma solo gli interessi imperialistici delle potenze europee. E della Russia.