Staminali: Nature ancora contro Vannoni e Stamina Foundation

27/07/13

27/07/13



Per approfondire, un articolo del Dr. Salvo Di Grazia su MedBunker: Staminali, la sperimentazione? Facciamola

Pubblichiamo una libera traduzione integrale dell'articolo apparso su Nature il 2 luglio 2013 a firma Alison Abbott, a seguito di un'indagine della stessa prestigiosa rivista scientifica internazionale condotta sulla domanda di brevetto di Davide Vannoni. Il professore respinge le accuse.

Traduzione e formattazione del testo sono opera dell'autore di questo blog. È gradita ogni forma di condivisione, purché si rimandi a questa stessa pagina.



I funzionari italiani non devono proseguire con costosi test clinici di una terapia con cellule staminali non comprovata che non ha una buona base scientifica.

09 luglio 2013

Il governo italiano ha intenzione di supervisionare uno studio clinico di una discussa terapia con cellule staminali. Ci sono molte ragioni per fermare lo studio - e nessuna buona ragione per portarlo avanti.

La scorsa settimana [NdA: la prima di luglio] Nature ha rivelato che il metodo utilizzato dal ricercatore italiano Davide Vannoni, fondatore della Stamina Foundation di Brescia, per il trattamento di un alto numero di pazienti molto malati si basava su dati imperfetti. La rivelazione ha centrato un punto importante, battuta dalle prime pagine dei principali quotidiani in Italia, così come è stata ripresa in televisione e nei talk shows in radio. Un dibattito molto emotivo in merito al funzionamento di Stamina o meno, si è protratto in maniera accesa per mesi. Vannoni ha smentito ogni accusa.

L'eco della denuncia di Nature si fa ancora sentire. Servizi negativi sulla stampa italiana hanno riguardato pazienti che hanno ricevuto la terapia di Stamina per motivi compassionevoli. Nel contempo, manifestazioni a favore di Vannoni sono state organizzate dalle famiglie dei pazienti che lo vedono come la loro ultima speranza. Ora gli scienziati - così come alcuni politici - si chiedono se il ministero della Salute dovrebbe continuare con lo studio clinico da 3 milioni di euro (3.9 dollari USA) della tecnica che ha approvato a maggio. No, non dovrebbe.

In gran parte, lo studio sponsorizzato dal governo è stato inteso come un pragmatico tentativo di chiudere definitivamente la questione: se il metodo fallisse, la Stamina Foundation non avrebbe più alcun motivo per continuare a insistere. Proseguire ora con lo studio, dato l'incerto fondamento scientifico della terapia, sarebbe assurdo.

Vannoni non ha fornito alcun dettaglio dei suoi protocolli clinici, ma anzi ha fatto riferimento agli scarsi metodi contenuti nella sua domanda di brevetto americana del 2010. Questa descrive un metodo per stimolare la differenziazione delle cellule staminali del midollo osseo in altri tipi di cellule per uso terapeutico, e comprende due micrografie che pretendono di documentare il successo della formazione di neuroni. Tutt'e due, rivela Nature, sono state sottratte da lavori pubblicati da scienziati ucraini e russi.

L'assurdità stessa della vicenda di Stamina avrebbe portato il governo italiano a essere estremamente prudente. Vannoni ha detto di condurre cure che egli stesso preferisce fare senza supervisione da parte di soggetti indipendenti. Egli non ha fornito alle autorità alcun protocollo dettagliato nonostante il suo trattamento sia invasivo - si tratterebbe di prendere del midollo dalle ossa dei pazienti, manipolarne le cellule in vitro (apparentemente in grado di diventare cellule staminali curanti) e reiniettarle nelle vene o nel midollo spinale del paziente. Egli ribadisce che la sua terapia può essere preparata solo dal suo personale, senza l'utilizzo di una buona pratica di fabbricazione (GMP [NdA: Good Manufacturing Practice]). La sua azione si è mossa di città in città come i Pubblici Ministeri hanno provato ad appurare.

Vannoni non è un medico qualificato, ma un docente di psicologia generale presso l'Università di Udine. In risposta a chi gli contesta questo, glissa - affermando che essi hanno interessi in gioco, o che vogliono impedirgli di aiutare coloro che sono destinati a una morte certa. Egli ha finora evitato l'unico vero test della sua terapia, dei medici di Trieste, dicendo che l'esito è stato negativo perché essi hanno utilizzato la GMP.

Il passaggio di qualsiasi terapia dallo studio clinico richiede molta più trasparenza. Questo ha bisogno anche di una solida base teorica per poter funzionare, sostenuta da evidenza scientifica, entrambe pubblicate o sottoposte confidenzialmente all'autorità competente, in questo caso l'Agenzia Italiana del Farmaco. Vannoni non ha portato questo. Infatti, non c'è alcuna convincente evidenza in letteratura che suggerisca che le cellule staminali mesenchimali presenti nel midollo, che possano generare ossa, grasso e cartilagine, possano anche essere portate a formare un neurone o altri tipi di cellule che Vannoni asserisce essere la base della sua cura.

Anche se non vi sono ragioni scientifiche per legittimare lo studio, i funzionari italiani ne hanno avanzata una legale. Vari tribunali in Italia hanno stabilito che i singoli pazienti che richiedono una terapia compassionevole presso Stamina ne hanno il diritto, mentre altri hanno sentenziato non averne. Ma ciò non basta: la sperimentazione umana definita dalle differenti opinioni legali non è eticamente giustificata.

Le cellule staminali hanno un enorme potenziale per il trattamento di malattie attualmente incurabili e gli scienziati lavorano sistematicamente in questo senso. Uno studio che porterebbe discredito alle staminali vanificherebbe i loro sforzi. Come dice Irving Weissman, direttore dello Stanford Institute for Stem Cell Biology and Regenerative Medicine della California: "Se il governo italiano usasse i soldi che avrebbe potuto dare alla ricerca che potrebbe scoprire in futuro delle reali terapie a base di cellule staminali, tutta una serie di persone morirà in quanto queste terapie non saranno state ancora inventate".