La sinistra pacifinta

03/01/14

03/01/14


Una delle ideologie più comuni vuole che la sinistra parlamentare sia pacifista. Il termine più corretto per definirla, tuttavia, è "pacifinta": agli elettori parla da sempre di pace (che è un'illusione in questo sistema barbarico), ma poi nei fatti e in alcune dichiarazioni appoggia l'una o l'altra guerra, a seconda dell'interesse politico che esprime in quel momento.

Abbiamo trovato e raccolto alcune vere e proprie chicche degli esponenti della sinistra italiana "armata" che mettono in luce il loro (altalenante) "interventismo" negli ultimi quindici anni.

Pensiamo che l'Europa debba dotarsi, nella logica dell’articolo 11 della Costituzione italiana, di una forza dell’Unione il cui unico mandato, oltre eventuali compiti difensivi, sia quello di operare a supporto delle iniziative di peace-building, e peace-keeping delle Nazioni Unite [...].

Nichi Vendola, SEL, Proposte programmatiche - Agenda per la pace ed il disarmo per la prossima legislatura, febbraio 2013

La principale riforma politica è quella di trasferire a livello europeo una serie di poteri fondamentali. [...] Sul piano della difesa, penso alla progressiva messa in comune delle risorse militari, che consentirebbe una razionalizzazione e un sollievo per i bilanci nazionali.

Massimo D'Alema, PD, Controcorrente, Laterza, 2013

La difesa europea è più utile e anche meno costosa. [...] Come è avvenuto durante il governo Prodi, quando l'Italia assunse il comando di Unifil 2 in Libano ottenendo grandi apprezzamenti in tutto il mondo. [...] Lo status quo non porta prestigio né all'Italia né alle sue Forze armate.

Claudio Sardo, direttore de L'Unità, 4 gennaio 2012

Il Partito democratico sostiene, e ha sostenuto fin dal primo momento, l'iniziativa internazionale e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che hanno garantito, forse in modo tardivo ma necessario e inevitabile, un intervento della comunità internazionale nella crisi libica.

Massimo D'Alema, PD, intervento in parlamento, sulla guerra in Libia, 24 marzo 2011

Siamo pronti a sostenere un ruolo attivo dell'Italia in questo passaggio cruciale.

Pier Luigi Bersani, PD, sulla guerra in Libia, 20 marzo 2011

Prepariamoci a discutere di nuovo di guerra giusta, speriamo prima di sentirne il sibilo. Non si possono lasciare soli gli eroi del "nuovo Risorgimento del mondo arabo [...]". [...] Una causa nobile e giusta.

Concita De Gregorio, direttore de L'Unità, sulla guerra in Libia, 19 marzo 2011

Bisogna difendersi, dicono. E allora facciamo un esercito europeo e risparmiamo [...]. Si taglierebbero i costi.

Nichi Vendola, SEL, intervista a il Fatto Quotidiano, 10 giugno 2010

L'Iraq è una tragedia, e i progetti del "Nuovo Medio Oriente" un disastro. Gli Stati Uniti hanno bisogno dell'Europa, questa volta. Occorre aiutarli e approfittarne per aiutarli a cambiare il loro approccio. È un'occasione che l'Europa deve cogliere restando unita, mentre nella guerra in Iraq eravamo divisi.

Massimo D'Alema, ministro degli Esteri, DS, intervista a Le Monde, sulla guerra in Libano, 26 agosto 2006

L'intervento italiano, e adesso della UE, è un intervento di pace. [...] Ed è chiaro che il fronte pacifista ci si ritrovi.

Fausto Bertinotti, presidente della Camera, PRC, intervista a Il Messaggero, sulla guerra in Libano, 26 agosto 2006

Le truppe non debbono ritornare immediatamente dall'Iraq: una cosa è partire e una cosa è ritornare. Ci sono dei doveri in una missione che maturano nel tempo.

Romano Prodi, presidente della Commissione Europea, intervista al Corriere della Sera, sulla guerra in Iraq del 2003, 18 marzo 2004

L'aspirazione alla pace resta ancor oggi un tratto essenziale dell'idea stessa dell'Europa. [...] Senza pace non ci può essere alcuna libertà, alcuna giustizia. [...] Il che vuol dire, per l'Europa, accettare, anche sul piano strettamente militare, le crescenti responsabilità [...] che si collegano alla sua ambizione di essere un protagonista di primo piano della politica mondiale.

Romano Prodi, Ulivo, presidente Commissione europea, Europa. Il sogno, le scelte, 2003

C'è la grande responsabilità di [...] definire la strategia della presenza in Iraq. Sarebbe un successo, per esempio, mandare laggiù delle forze che non siano dei singoli paesi, ma di tutta l'Unione.

Piero Fassino, DS, intervista a la Repubblica, sulla guerra in Iraq del 2003, 13 aprile 2003

L'Europa deve decidere se essere solo una retrovia dell'Occidente [...] o avere una propria fisionomia [...] una politica estera e della difesa [...] e quindi un esercito europeo: questi [...] sono obiettivi fondamentali per i riformisti.

Francesco Rutelli, Margherita, intervista al Corriere della Sera, 11 novembre 2002

Non è indubbio, per noi, [...] l'uso della forza [...] un'eventualità prevista e sancita dalla carta dell'ONU, [...] i novemila soldati italiani oggi presenti in punti di crisi nel mondo, sono stati in gran parte inviati là dai governi di centrosinistra.

Piero Fassino, DS, intervista a La Stampa, 15 ottobre 2002

Se gli europei avessero oggi a disposizione l'Airbus 400M potrebbero fare arrivare a Kabul mezzi e soldati in breve tempo [...]. L'A400M sarà [...] concepito per trasportare rapidamente soldati europei.

Editoriale de L'Unità, 18 dicembre 2001, sulla guerra in Afghanistan del 2001

Gli Stati membri dovranno spogliarsi della loro sovranità sulla difesa e affidarla a istituzioni comuni, per fare sì che l'Europa sia in grado di fare la sua parte anche in campo militare.

Romano Prodi, i Democratici, intervista a La Stampa, sulla guerra in Kosovo, 5 maggio 1999

Dopo l'euro, quello della difesa deve essere il prossimo obiettivo della UE. Cosa accadrebbe se nel caso del Kosovo gli europei volessero intervenire e gli americani no? [...] da qui l'urgenza di una identità di difesa europea.

Emma Bonino, Partito Radicale, commissario europeo per gli aiuti umanitari, intervista a la Repubblica, sulla guerra in Kosovo, 4 febbraio 1999

Stiamo compiendo una graduale ristrutturazione  dello strumento militare al fine di renderlo adeguato alle esigenze di proiezione rapida delle forze.

Massimo D'Alema, DS, presidente del Consiglio dei ministri, intervista a La Stampa, 26 gennaio 1999

I fondamenti dello Stato moderno sono due: la moneta e la spada, cioè un esercito e una difesa comune.

Romano Prodi, i Democratici, intervista a la Repubblica, sulla guerra in Kosovo, 30 dicembre 1998

La risposta giusta è l'allargamento a Est dell'Europa. Perché la sicurezza europea deve essere in mano agli europei.

Fausto Bertinotti, PRC, intervista a La Stampa, sulla guerra in Kosovo, 14 maggio 1998